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Serve l’impegno dei soci, a cominciare da Clessidra, per dare sprint al turnaround di Roberto Cavalli. Così il cda riunitosi a Milano l’8 ottobre davanti al notaio Andrea De Costa dello studio Marchetti, alla presenza del presidente della griffe Emiliano Nitti, ha deciso all’unanimità un aumento di capitale di 10 milioni, esercitando la delega dell’assemblea del 15 giugno scorso. L’aumento, si legge nel verbale del consiglio, dovrà essere effettuato entro il termine finale del 27 novembre. Sarà a pagamento e in via scindibile, in una o più volte: “Mediante emissione di azioni di categoria A, B, C prive di valore nominale espresso, da offrire in sottoscrizione ai rispettivi titolari di azioni di categoria (e in via proporzionale tra loro) al valore contabile per azione pari a 1 euro da imputare interamente al nominale, quindi senza sovrapprezzo”. La predetta delega: “Non ha avuto ad oggi neppure parziale esercizio”.
Roberto Cavalli è controllata da Varenne 3, veicolo di Clessidra, con l’89,6% del capitale, e partecipata da Faggio, newco di Cavalli con il 9,9%, e da Cordusio fiduciaria con uno 0,4%. Fino al consiglio, la quota di Clessidra era gravata da pegno a favore di Bnl, Banco Bpm, Cassa di Firenze, Credit Agricole Italia a fronte del finanziamento ricevuto per l’acquisizione. E le stesse banche avevano la garanzia anche sulle azioni di Cavalli. Ma il presidente del collegio sindacale Gian Marco Committeri ha fatto verbalizzare: “Che le azioni precedentemente emesse sono state interamente liberate e che pertanto l’attuale capitale sociale risulta integralmente sottoscritto e versato”.
Pertanto al principale azionista sono state riservate 8.960.410 azioni di categoria A, a Cavalli 995.600 azioni di categoria B e a Cordusio 43.990 azioni di categoria C.
L’operazione prevede: “Espressamente la scindibilità dell’aumento di capitale e che, ove non integralmente e complessivamente sottoscritto entro il predetto termine del 27 novembre 2018, detto aumento rimarrà fermo nei limiti delle sottoscrizioni raccolte entro tale data”. Per questo, si procede alla modifica dell’art. 7 dello statuto sociale vigente con l’introduzione di un comma che tiene conto della data dell’8 ottobre in cui il cda dà esecuzione al rafforzamento patrimoniale da eseguire entro il 27 novembre mediante emissioni di nuove azioni delle tre categorie e apporta la variazione numerica dell’entità del capitale sociale e delle azioni conseguenti all’aumento.
La casa di moda ha chiuso il 2017 con ricavi in calo dell’1,8% a 152,4 milioni e con un ebitda sempre negativo ma di 7,1 milioni rispetto ai 26,2 milioni precedenti, grazie a un drastico controllo dei costi operativi e alla piena attuazione del piano di riorganizzazione promosso dal management, guidato dal ceo Gian Giacomo Ferraris, dal secondo semestre 2016. Cavalli punta al ritorno all’utile da quest’anno e l’iniezione di capitale fresco vuole dare una spinta a questa manovra.
Nei giorni scorsi, subito dopo l'affaire Versace, il marchio Roberto Cavalli era finito al centro dei rumors su un possibile interessamento da parte di Philipp Plein (vedere MFF del 26 settembre). Interessamento mai smentito dalle parti. Indiscrezioni vorrebbero inoltre la banca d'affari Rothschild investita di un mandato esplorativo.